mercoledì 26 gennaio 2011

grazie...

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... perfetto sconosciuto con la cresta viola e il piercing al naso che mi hai fatto notare, mentre arrancavo sulla scala mobile trascinando borsa della spesa e tappetino da yoga, che avevo la tasca dello zaino aperta e stavo perdendo telefono, chiavi, e portafogli. Ti bacerei.

lunedì 24 gennaio 2011

I vicini invisibili

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Stamattina ho avuto un risveglio alquanto brusco. E vorrei cogliere la palla al balzo per inaugurare la 2^ puntata della fiction 'Vicini di casa'.

C'è una categoria di vicini che non ho mai visto, ma di cui credo di conoscere alcune abitudini meglio di tutti gli altri. Io li chiamo gli "invisibili". Il primo è TumpTump.
Di TumpTump non so nulla. Non so che aspetto abbia, non so a che piano abiti, anzi, non so nemmeno se è uomo o donna. A orecchio direi uomo, ma non ne sono poi così tanto sicura. Per praticità mi riferirò a lui usando il maschile. L'unica cosa che so di TumpTump è che è assai mattiniero. Esce di casa verso le sei e trenta del mattino, a volte anche nel weekend. Suppongo che esca per fare jogging, e inizia a fare riscaldamento sulle scale di casa. Oppure ha semplicemente un passo molto, molto pesante e tanta, tanta fretta. Fatto sta che la mattina, ad ore antelucane quando magari io me ne sto giusto uscendo dal sonno REM, mi capita di sentire un violento TumpTumpTumpTumpTumpTumpTumpTumpTump che si protrae per un tempo stimato al corrispettivo di 5 rampe di scale. TumpTumpTumpTumpTumpTumpTumpTump. Il suono è difficile da riprodurre graficamente, ma immaginatevi un elefante che, dopo esser scivolato, percorre una scala a chiocciola rimbalzando sul fondoschiena. Ho reso l'idea?

Un altro vicino che allieta le mie mattine è Scream.
L'appartamento collocato fisicamente di fianco al mio - con cui condivido una parete - è abitato da quel che pare essere un gruppo di studenti (forse tre). Dico 'pare' perché gli inquilini in realtà non li ho mai visti, in quanto si servono di un altro ingresso e di un'altra scala. Però li sento. Eccome se li sento. Pur essendo studenti, sono anch'essi alquanto mattinieri. Specialmente l'unico maschio, che per motivi che non richiedono ulteriori spiegazioni, chiamerò Scream. C'è stato un periodo in cui il caro Scream si era messo in testa di voler imparare a suonare la chitarra. Da autodidatta. Con risultati, diciamocelo, assai scarsi. Fortunata io che, lavorando spesso da casa, potevo godere di un costante sottofondo musicale composto da varie e diversificate combinazioni di due soli accordi (sempre gli stessi). Plinn, plonn. Plonn, plinn. Una mattina, poi, Scream ha deciso di farmi una sorpresa, aggiungendo, alla musica, pure le parole. Così, alle 7.10 del mattino, mi ha resa partecipe della prima esecuzione di "Oh babyyyy, baby cooool, yeah yeah, baby cooool, yeah cooool!". Quale onore.
Scream ha anche un'abitudine molto particolare. O forse un tic, non so come definirlo. Spesso, per motivi che non mi è dato nemmeno intuire, strilla. Urla. Emette dei gridolini tipo "yiiihaaaaaaa", simili all'urlo del cowboy, per capirci, in falsetto. Alle ore più improbabili (e chissà perché quasi sempre alle prime luci del mattino).
E infatti, questa mattina, ore 7.05, proprio mentre stavo sognando di galleggiare su un materassino in qualche mare esotico, ho fatto un balzo di 10 centimetri ripiombando sul duro materasso ikea nella mia fredda stanza viennese, bruscamente riportata alla realtà da un

YIII-HAAAAAAAAA.

martedì 18 gennaio 2011

La vicina S

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Rieccomi. Dopo una settimana densa di lavoro, inclusa la Fiera del Turismo con il suo contorno di bella Italia, pizza, mafia  (le fiere 'popolari' sanno essere dei veri bestiari, anche qui) e rotture di scatole assortite, sono pronta ad affrontare sette ore di delirio alcoolico domani (lavoro a una degustazione vini. Che qui il concetto di "degustare" vs "sfondarsi di vino aggratis" non è ben chiaro. Ne vedremo delle belle, ma soprattutto delle brutte, temo).

Siccome oggi ho avuto una giornata emotivamente un po' pesante (sono incazzata come una iena, in altre parole), volevo rallegrare un po' il mio spirito - e quello di chi mi legge - parlando dei miei vicini di casa. Anzi, penso che diluirò il mio racconto, dividendolo in più post.

Vivo in un vecchio palazzo dei primi del 900, a 5 piani. La posizione è ideale, si trova in un bel quartiere residenziale, al centro ci arrivo a piedi, è ben servito. Però, trovandosi sul piano ammezzato, il mio appartamento è piuttosto buio. E pure freddino, causa spifferi e finestre vecchiotte (per fortuna che c'è la stufona a gas vintage!). Ma non mi lamento troppo, anche perché l'affitto è buono e l'assicurazione del palazzo copre tutti i lavori di riparazione in seguito ai molteplici disastri che accadono a causa delle tubature vecchie e malandate. Ed è proprio grazie a uno di questi piccoli inconvenienti (il primo di una lunga serie) che ho conosciuto la vicina S, che abita sopra di me. Uno dei suoi tubi era esploso facendo piovere in casa mia, ma così tanto che ho dovuto chiamare i pompieri (e devo dire che ne è valsa la pena: i pompieri viennesi sono alti, biondi, con delle spalle da rugbisti).


S., 50 anni, croata, una vita trascorsa a fare la cameriera in albergo, un matrimonio fallito alle spalle, senza figli. Frequenta da due anni un avvocato (e chiamala scema!), divorziato pure lui, con due figli. E' in costante competizione con la ex moglie del suddetto, che lavora con lui. Un giorno mi suona alla porta ed esordisce - senza nemmeno salutarmi - con un:
S: - Ciao, ce l'hai un lavoro?
Kat: - Beh, sì, sto lavorando, perché?
S: - Voglio eliminare l'ex moglie di G, ma poi servirà una segretaria allo studio legale e pensavo che tu saresti la candidata ideale.
Kat: ...

Ho educatamente rifiutato, ringraziando per l'interessamento, ma soprattutto non ho chiesto come avesse intenzione di eliminare la rivale. Vorrei però rassicurare gli amici lettori: l'ex moglie del principe del foro è ancora viva e vegeta, o almeno lo era sotto natale, quando S. mi ha invitato per un tè a casa sua:

S: - Ti faccio assaggiare questo ottimo decotto di zenzero e aglio.
Kat: No no per carità! Che schifo!
S: - Ma è delizioso!
Kat: - Ti ho detto che ne faccio volentieri a meno, ma perché ti infliggi una simile tortura?
S (alternando un sorso di decotto a un morso di biscotto): - No è che dopodomani c'è la cena di famiglia a casa di G., e ci sarà pure la sua ex. E io devo dimagrire. Aglio e zenzero fanno miracoli!

Fossi in te, cara S., ne offrirei una tazza alla rivale. Sia mai che tu riesca nel tuo intento!

















lunedì 10 gennaio 2011

LisBona in pillole

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Non ho intenzione di annoiare nessuno con un romanzo sul mio capodanno portoghese. Ho deciso quindi di farne un sunto, una checklist, un 'célo-manca', se vogliamo. Ecco allora la versione condensata dell'avventura di Kat e la sua amica A. nella capitale della Lusitania:
  
- volo Iberia in ritardo: check
- infante spagnolo svomitazzante sul suddetto volo, ovviamente seduto davanti a noi: check
- tassametro magico che, giunti a destinazione, magicamente fa raddoppiare la tariffa del taxi: check
- orde di turisti italiani che si rivolgevano in spagnolo ai locali (causando in questi ultimi comprensibili moti d'amore e gioia smisurata): check
- scale: check
- 16 gradi di giorno, 15 di sera: check
- sole primaverile: check
- pioggerella leggera e fugace che come se ne viene, così se ne va: check
- scale: check
- giro con il pittoresco tram che sembra fatto di latta e si inerpica su e giù per calli strettissime rischiando di spappolare incauti turisti: check
- mal di tram: check
- test di tutti gli elevadores cittadini: check
- scale: check
- cotoletta impanata con contorno di frutta (per me che non mangio insalata un sogno diventato realtà): check
- vino porto a 4 euro il bicchiere: check
- ginjinha: checkissimo, che scoperta, la vera rivelazione del viaggio! C'è un negozietto che serve solo questo liquore, in bicchierini di plastica, e la gente fa la fila per comprarlo! Ovviamente, ne ho presa una bottiglia.
- musei, chiese, monasteri: check
- torre di Belém: con le sue strettissime scale a chiocciola e gli ingorghi di turisti: check 
- scale: check
- azulejos, le famose piastrelle azzurre: check
- capodanno in piazza con band locale: una specie di Elio e le Storie Tese portoghesi. Dovevano essere assai esilaranti, peccato non aver capito un tubo: check
- i fuochi d'artificio più spettacolari mai visti. Complimenti al comune di Lisbona: un tripudio di scintille provenienti dall'acqua e dagli edifici che circondano la Praça do Comerço: check
- farsi offrire della droga per strada: evidentemente lo spaccio è poca cosa, là :-) . Ma poi io mi chiedo, se volessi acquistare della roba, siamo proprio sicuri che mi fiderei di un tizio dagli occhi a palla e senza denti che mi offre fialette dal contenuto ignoto assicurandomi che è 'very good'? check
- scale: check
- dare un euro a un suonatore di fisarmonica stonatissimo sperando che si sposti: check
- giro in funicolare sopra il quartiere moderno dell'Expo e visita all'Oceanario: check (mi sono innamorata del pesce luna)
- merenda con dolci talmente dolci che poi ti si incollavano le fauci e ti si chiudeva l'esofago: check
- pasteis de nata: check
- scale: check
- sono rammaricata di non aver provato il baccalà e ascoltato il fado, anche se penso che mi sarei depressa (per il fado, eh, non per il baccalà). uncheck.

Tutto sommato un viaggio riuscitissimo. Lisbona è pittoresca, anche se non mi ha folgorata. Tanti contrasti, tipo l'autobus modernissimo con il wi-fi che passa accanto ad un edificio che un tempo dev'esser stato bellissimo, ma che sta cadendo a pezzi. Scorci mozzafiato e angoli molto degradati. Maestoso il fiume Tago che si riversa nell'oceano. Maestoso pure il ponte Vasco da Gama, lungo 17,5 km. Si mangia bene, si beve anche meglio. Insomma, da vedere assolutamente, ma non credo ci vivrei.

Troppe scale, forse?







martedì 4 gennaio 2011

mentre a Vienna c'erano -10°C...

Pubblicato da Kat in Wien 4 commenti
... io ero qui:








Indovinate un po' dov'ero?
16 gradi costanti. Giorno e notte. Ahhh...
 

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