Rieccomi. Dopo una settimana densa di lavoro, inclusa la Fiera del Turismo con il suo contorno di bella Italia, pizza, mafia (le fiere 'popolari' sanno essere dei veri bestiari, anche qui) e rotture di scatole assortite, sono pronta ad affrontare sette ore di delirio alcoolico domani (lavoro a una degustazione vini. Che qui il concetto di "degustare" vs "sfondarsi di vino aggratis" non è ben chiaro. Ne vedremo delle belle, ma soprattutto delle brutte, temo).
Siccome oggi ho avuto una giornata emotivamente un po' pesante (sono incazzata come una iena, in altre parole), volevo rallegrare un po' il mio spirito - e quello di chi mi legge - parlando dei miei vicini di casa. Anzi, penso che diluirò il mio racconto, dividendolo in più post.
Vivo in un vecchio palazzo dei primi del 900, a 5 piani. La posizione è ideale, si trova in un bel quartiere residenziale, al centro ci arrivo a piedi, è ben servito. Però, trovandosi sul piano ammezzato, il mio appartamento è piuttosto buio. E pure freddino, causa spifferi e finestre vecchiotte (per fortuna che c'è la stufona a gas vintage!). Ma non mi lamento troppo, anche perché l'affitto è buono e l'assicurazione del palazzo copre tutti i lavori di riparazione in seguito ai molteplici disastri che accadono a causa delle tubature vecchie e malandate. Ed è proprio grazie a uno di questi piccoli inconvenienti (il primo di una lunga serie) che ho conosciuto
la vicina S, che abita sopra di me
. Uno dei suoi tubi era esploso facendo piovere in casa mia, ma così tanto che ho dovuto chiamare i pompieri (e devo dire che ne è valsa la pena: i pompieri viennesi sono alti, biondi, con delle spalle da rugbisti).
S., 50 anni, croata, una vita trascorsa a fare la cameriera in albergo, un matrimonio fallito alle spalle, senza figli. Frequenta da due anni un avvocato (e chiamala scema!), divorziato pure lui, con due figli. E' in costante competizione con la ex moglie del suddetto, che lavora con lui. Un giorno mi suona alla porta ed esordisce - senza nemmeno salutarmi - con un:
S: - Ciao, ce l'hai un lavoro?
Kat: - Beh, sì, sto lavorando, perché?
S: - Voglio eliminare l'ex moglie di G, ma poi servirà una segretaria allo studio legale e pensavo che tu saresti la candidata ideale.
Kat: ...
Ho educatamente rifiutato, ringraziando per l'interessamento, ma soprattutto non ho chiesto
come avesse intenzione di eliminare la rivale. Vorrei però rassicurare gli amici lettori: l'ex moglie del principe del foro è ancora viva e vegeta, o almeno lo era sotto natale, quando S. mi ha invitato per un tè a casa sua:
S: - Ti faccio assaggiare questo ottimo decotto di zenzero e aglio.
Kat: No no per carità! Che schifo!
S: - Ma è delizioso!
Kat: - Ti ho detto che ne faccio volentieri a meno, ma perché ti infliggi una simile tortura?
S (alternando un sorso di decotto a un morso di biscotto): - No è che dopodomani c'è la cena di famiglia a casa di G., e ci sarà pure la sua ex. E io devo dimagrire. Aglio e zenzero fanno miracoli!
Fossi in te, cara S., ne offrirei una tazza alla rivale. Sia mai che tu riesca nel tuo intento!