giovedì 17 marzo 2011

Abbiam fatto l'Europa, facciamo anche l'Italia

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Chi mi conosce sa che non sprizzo propriamente spirito patriottico da tutti i pori. Anzi, direi decisamente il contrario: non perdo occasione per criticare, sbuffare, imprecare, alzare gli occhi al cielo quando si parla di Italia. Le cose che non funzionano, la disoccupazione, i bamboccioni, e si fa tutto all'italiana, e berlusconi, e il fatto che siamo lo zimbello del mondo intero, e pizza pasta mafia mandolino e bunga bunga.
Ma una cosa devo proprio raccontarla.
In questi giorni ho lavorato presso una fabbrica di Vienna, la rappresentanza per tutto il Centro Europa di un colosso della chimica, dove un team di tecnici emiliani sta montando, da un mese ormai, un complesso sistema di robot e nastri trasportatori super tecnologici. Oltre alla sorpresa dovuta al fatto che il colosso tedesco si sia affidato proprio ad una ditta italiana, mi ha colpito tantissimo che fossero tutti ragazzi giovani (più o meno della mia età), competenti, espertissimi nel loro campo. E pure carini e gentili, il che non guasta mai. Insomma, delle eccellenze. Il potenziale in Italia c'è, c'è la competenza, c'è tutto. Allora dove sbagliamo? Cosa manca?

Ecco, oggi mi è sembrato il giorno giusto per dirlo, proprio nel giorno in cui tutti quanti sembrano posseduti da uno spirito patriottico prima sconosciuto (o nascosto?).

Per citare Gaber:

mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini
allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli spacco sulla faccia
cos'è il Rinascimento. 
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono

mercoledì 2 marzo 2011

Bunga Bomber

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... incredibile. Ruby Rubacuori, invitata d'onore di Richard Lugner, milionario "Re del Mattone" (e del trash) austriaco, al Ballo dell'Opera (noto anche come "Ballo delle debuttanti") di Vienna, è su tutte le prime pagine e le copertine di riviste e giornali austriaci. Ovunque si legge di Bunga Bunga, di Rubacuori, di Berlusconi. Insomma, non si parla d'altro. La tanto attesa ospite è atterrata oggi con jet privato da Genova, l'hanno accolta con tre limousine (ma è arrivata in pezzi? Perché tre?), alle 12 ha pranzato (solo un po' di cioccolata, mi dicono), alle 13 in conferenza stampa ha ribadito di essere "una ragazza semplice, senza grilli per la testa e non interessata al successo", poi alle 14 ha firmato autografi (autografi?? per quali meriti, poi?). Domani si va a pranzo in elicottero, poi ci si infila il vestito lungo e tutti insieme appassionatamente al ballo. L'organizzatrice, tra l'altro, è furente. Ma poco importa. Any publicity is good publicity, I guess.

(Foto credit: Andreas Graf per www.krone.at)


venerdì 18 febbraio 2011

Dinamiche di rimorchio - parte II

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Ho già detto che i locali, qui, non sono molto ferrati nell'arte del corteggiamento 'classica'. O meglio, ne hanno una propria, che va un po' a cozzare con ideali più romantici e, se vogliamo, convenzionali.
A volte, però, care donzelle, capita anche di trovarsi ad essere inaspettatamente ad essere l'oggetto del desiderio di un romantico e sobrio spasimante. I risultati, ahimè, non sono sempre eccellenti. Parlo per esperienza personale.
Ora, io ho 27 anni. Portati benissimo, per carità - o malissimo, a seconda dei punti di vista - perché a quanto pare attiro solo giovanotti, studentelli morti di fame e artisti squattrinati. Beh, con un rappresentante dell'ultima specie ci sto assieme da quasi 5 anni ormai. Colpa mia, suppongo. Il problema è che ... mi piaccion pure.

In ogni caso, nonostante io possa considerarmi "sentimentalmente impegnata", non disdegno un po' di innocente flirtaggio, una volta ogni tanto - per dare un bel calcio all'autostima, si capisce. Ultimamente, tuttavia, queste cose non mi capitano molto spesso, trovandomi in questa terra di cuori di ghiaccio (o forse sarà che ormai mi starò avvizzendo come quella povera cima di bambù in vaso che ho incautamente lasciato sopra il calorifero?).

Una sera, però, la vicina S mi ha trascinata al bar degli intellettuali balcanici sotto casa, perché doveva assolutamente monitorare l'ex moglie del suo principe del foro (con cui era in pausa di riflessione), che sarebbe stata lì anch'essa. Voleva assolutamente il mio parere su un sospetto ritorno di fiamma tra i due. Ebbene, entriamo, ci sediamo e iniziamo a chiacchierare amabilmente con gli altri avventori. A un certo punto, tale Max, un giovanotto alto, moro e con gli occhi azzurri (esteticamente proprio il mio tipo), che avevo già visto un paio di volte, si siede molto discretamente al mio fianco e, con mia somma sorpresa, attacca bottone.
In breve tempo vengo a scoprire che si sta laureando in filosofia, che scrive sceneggiature teatrali e che ha ben 24 anni.
Riporto un sunto della conversazione - il ragazzo sa indubbiamente come conquistare una donna... e tenersela.

Max: ma tu hai intenzione di sposarti? - ottima ouverture, qualsiasi donna sarebbe già ai suoi piedi
Kat: ??? huh?
Max: no, cioè, non con me, o magari anche sì, intendevo in generale...
Kat: naaah, non sono proprio il tipo, sto bene così. (e poi, per essere cortese, rigira la domanda): e tu?
Max: eeeh non so, forse sì, forse no, magari con te sì.
Kat: ... ah. Beh, ma ora che ti laurei, hai deciso cosa vuoi fare da grande?
Max: Non lo so, non ne ho idea. Magari trovo posto di assistente all'università, poi potrei trovarmi un lavoretto a caso, così posso finalmente pagare l'affitto. (complimenti per l'ambizione!)
Kat: (ormai a corto di domande di riserva). Ma hai un hobby, un vizio, qualcosa che ti piace fare, oltre alla scrittura?
Max: eh, fino a qualche mese fa bevevo, tanto, troppo, mi ubriacavo ogni sera. Ma ora sono sobrio. Però fumo tanto (soffiando con delicatezza fumo puzzolente in faccia alla sua preda - non fumatrice).
Kat: ah... ma che ne so, ballare, cucinare?
Max: no, non cucino, non ballo e non ho la patente (da sposare, proprio!). Però magari un giorno la faccio e ti porto in giro!
Kat: ... (non sapendo più che altro dire, sperando di levarselo di torno) Ma lo sai che io sono più grande di te, sì?
Max: Sì, lo so, ma sai che ti dico? Io ho sempre trovato le donne mature moooolto attraenti! (Mature. Ha  detto mature. Donne. Mature.)
Kat: ah, grazie...?

segue un minuto di silenzio imbarazzante, al termine del quale, il caro ragazzo gioca il suo asso nella manica:

... sai, pensavo... magari quando mi laureo, in primavera, posso invitarti a cena fuori coi soldi che mi regalerà la nonna!

Che Giove me ne scampi! Mi giro disperata verso la vicina S., sperando di trovare in lei un'alleata, o almeno di liberarmi del baldo conquistador. Ma... la traditrice stava limonando col suo avvocato. Alla faccia del ritorno di fiamma!

Comunque ho deciso: dovessi mai aver bisogno di un marito, mi apposterò davanti alla clinica privata dietro casa aspettando di imbattermi casualmente in un ricco dottorino. Ma, con la fortuna che ho, mi imbatterò sicuramente in un paziente appena evaso da Psichiatria.

giovedì 3 febbraio 2011

Dinamiche di rimorchio - parte I

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Se c'è una cosa che continuo a non capire e non capirò mai, credo, sono le tecniche di corteggiamento degli austriaci.

Oh voi donzelle, abituate ad avere sciami di maschi italici al vostro cospetto in discoteca, al bar, durante la passeggiata, oh fanciulle che non dovete muover dito per ottenere il numero di telefono del ragazzo al tavolo di fronte, oh donne che per strada ricevete apprezzamenti e languide occhiate dai passanti... lasciate ogni speranza, entrando in Austria.

Qui le dinamiche sono lievemente differenti. Va fatta inoltre una dovuta premessa: l'austriaco medio è piuttosto freddino e fatica ad 'aprirsi'. Per questo motivo si serve del ben noto, universale elisir anti-timidezza: l'alcool. Un austriaco loquace è un austriaco un po' incanforato (come direbbe mia nonna). Le serate tipo, qui, sono due:

a) serata tra amici, in birreria, tutti intorno ad un tavolo, si beve birra. Poi, si beve birra. Infine, si beve dell'altra birra. Se lui è interessato e lei ci sta, si finisce, senza troppe cerimonie, la serata a casa di uno o dell'altra. Come riescano a portare a termine un incontro amoroso, dopo tutta quella birra, mi sfugge;

b) serata in discoteca. Qui l'approccio è un po' diverso, dato che i protagonisti di regola non si conoscono. E l'ambiente non facilita di certo la conversazione, quindi occorre puntare tutto sulla comunicazione non verbale. Lui sta seduto al divanetto. Lei, bella, scosciata e sicura del fatto suo, lo nota, e si avvicina a passo di danza. Tunz, tunz. Lui, dopo averla inquadrata con la coda dell'occhio, finge nonchalance e continua a sorseggiare il suo cocktail. Tunz, tunz. Lei, indispettita dalla mancanza di contatto visivo (non mi vede? Perché non mi guarda? Sono qui!), gli gira intorno come un condor, sempre ballando, ed esibendo le proprie scosciate grazie come un imbonitore al mercato. Tunz, tunz (un metro e mezzo di coscia esposta forse non gli basta? Forse, se provo ad abbassare un po' la maglietta...). A questo punto, anche il più tordo si sarebbe accorto da un pezzo dell'interesse dimostrato dalla ragazza, ma il nostro persiste nella sua indifferenza. Anzi, rincara la dose, alzandosi, voltando la schiena a lei, ed esibendosi in qualche tranquilla mossa techno-minimal. Tunz, tunz. La fanciulla è ormai presa dallo sconforto (ho passato tre ore in bagno a passarmi la piastra sulle extension per niente!), ferita nell'orgoglio e nell'autostima (ma che ho che non va?) e si appresta a fare retromarcia, sempre, si capisce, a passo di danza. Tunz, tunz. Tenta un'ultima strada, quella dell'umiliazione assoluta: l'approccio diretto. Sarà lei a dare il proprio numero al giovane e sarà anche lei, probabilmente, a proporre un eventuale incontro amoroso. Che il giovanotto, ovviamente, fiero di aver ottenuto proprio quel che voleva, accetterà senza far storie.

Tunz, tunz.


mercoledì 26 gennaio 2011

grazie...

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... perfetto sconosciuto con la cresta viola e il piercing al naso che mi hai fatto notare, mentre arrancavo sulla scala mobile trascinando borsa della spesa e tappetino da yoga, che avevo la tasca dello zaino aperta e stavo perdendo telefono, chiavi, e portafogli. Ti bacerei.

lunedì 24 gennaio 2011

I vicini invisibili

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Stamattina ho avuto un risveglio alquanto brusco. E vorrei cogliere la palla al balzo per inaugurare la 2^ puntata della fiction 'Vicini di casa'.

C'è una categoria di vicini che non ho mai visto, ma di cui credo di conoscere alcune abitudini meglio di tutti gli altri. Io li chiamo gli "invisibili". Il primo è TumpTump.
Di TumpTump non so nulla. Non so che aspetto abbia, non so a che piano abiti, anzi, non so nemmeno se è uomo o donna. A orecchio direi uomo, ma non ne sono poi così tanto sicura. Per praticità mi riferirò a lui usando il maschile. L'unica cosa che so di TumpTump è che è assai mattiniero. Esce di casa verso le sei e trenta del mattino, a volte anche nel weekend. Suppongo che esca per fare jogging, e inizia a fare riscaldamento sulle scale di casa. Oppure ha semplicemente un passo molto, molto pesante e tanta, tanta fretta. Fatto sta che la mattina, ad ore antelucane quando magari io me ne sto giusto uscendo dal sonno REM, mi capita di sentire un violento TumpTumpTumpTumpTumpTumpTumpTumpTump che si protrae per un tempo stimato al corrispettivo di 5 rampe di scale. TumpTumpTumpTumpTumpTumpTumpTump. Il suono è difficile da riprodurre graficamente, ma immaginatevi un elefante che, dopo esser scivolato, percorre una scala a chiocciola rimbalzando sul fondoschiena. Ho reso l'idea?

Un altro vicino che allieta le mie mattine è Scream.
L'appartamento collocato fisicamente di fianco al mio - con cui condivido una parete - è abitato da quel che pare essere un gruppo di studenti (forse tre). Dico 'pare' perché gli inquilini in realtà non li ho mai visti, in quanto si servono di un altro ingresso e di un'altra scala. Però li sento. Eccome se li sento. Pur essendo studenti, sono anch'essi alquanto mattinieri. Specialmente l'unico maschio, che per motivi che non richiedono ulteriori spiegazioni, chiamerò Scream. C'è stato un periodo in cui il caro Scream si era messo in testa di voler imparare a suonare la chitarra. Da autodidatta. Con risultati, diciamocelo, assai scarsi. Fortunata io che, lavorando spesso da casa, potevo godere di un costante sottofondo musicale composto da varie e diversificate combinazioni di due soli accordi (sempre gli stessi). Plinn, plonn. Plonn, plinn. Una mattina, poi, Scream ha deciso di farmi una sorpresa, aggiungendo, alla musica, pure le parole. Così, alle 7.10 del mattino, mi ha resa partecipe della prima esecuzione di "Oh babyyyy, baby cooool, yeah yeah, baby cooool, yeah cooool!". Quale onore.
Scream ha anche un'abitudine molto particolare. O forse un tic, non so come definirlo. Spesso, per motivi che non mi è dato nemmeno intuire, strilla. Urla. Emette dei gridolini tipo "yiiihaaaaaaa", simili all'urlo del cowboy, per capirci, in falsetto. Alle ore più improbabili (e chissà perché quasi sempre alle prime luci del mattino).
E infatti, questa mattina, ore 7.05, proprio mentre stavo sognando di galleggiare su un materassino in qualche mare esotico, ho fatto un balzo di 10 centimetri ripiombando sul duro materasso ikea nella mia fredda stanza viennese, bruscamente riportata alla realtà da un

YIII-HAAAAAAAAA.

martedì 18 gennaio 2011

La vicina S

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Rieccomi. Dopo una settimana densa di lavoro, inclusa la Fiera del Turismo con il suo contorno di bella Italia, pizza, mafia  (le fiere 'popolari' sanno essere dei veri bestiari, anche qui) e rotture di scatole assortite, sono pronta ad affrontare sette ore di delirio alcoolico domani (lavoro a una degustazione vini. Che qui il concetto di "degustare" vs "sfondarsi di vino aggratis" non è ben chiaro. Ne vedremo delle belle, ma soprattutto delle brutte, temo).

Siccome oggi ho avuto una giornata emotivamente un po' pesante (sono incazzata come una iena, in altre parole), volevo rallegrare un po' il mio spirito - e quello di chi mi legge - parlando dei miei vicini di casa. Anzi, penso che diluirò il mio racconto, dividendolo in più post.

Vivo in un vecchio palazzo dei primi del 900, a 5 piani. La posizione è ideale, si trova in un bel quartiere residenziale, al centro ci arrivo a piedi, è ben servito. Però, trovandosi sul piano ammezzato, il mio appartamento è piuttosto buio. E pure freddino, causa spifferi e finestre vecchiotte (per fortuna che c'è la stufona a gas vintage!). Ma non mi lamento troppo, anche perché l'affitto è buono e l'assicurazione del palazzo copre tutti i lavori di riparazione in seguito ai molteplici disastri che accadono a causa delle tubature vecchie e malandate. Ed è proprio grazie a uno di questi piccoli inconvenienti (il primo di una lunga serie) che ho conosciuto la vicina S, che abita sopra di me. Uno dei suoi tubi era esploso facendo piovere in casa mia, ma così tanto che ho dovuto chiamare i pompieri (e devo dire che ne è valsa la pena: i pompieri viennesi sono alti, biondi, con delle spalle da rugbisti).


S., 50 anni, croata, una vita trascorsa a fare la cameriera in albergo, un matrimonio fallito alle spalle, senza figli. Frequenta da due anni un avvocato (e chiamala scema!), divorziato pure lui, con due figli. E' in costante competizione con la ex moglie del suddetto, che lavora con lui. Un giorno mi suona alla porta ed esordisce - senza nemmeno salutarmi - con un:
S: - Ciao, ce l'hai un lavoro?
Kat: - Beh, sì, sto lavorando, perché?
S: - Voglio eliminare l'ex moglie di G, ma poi servirà una segretaria allo studio legale e pensavo che tu saresti la candidata ideale.
Kat: ...

Ho educatamente rifiutato, ringraziando per l'interessamento, ma soprattutto non ho chiesto come avesse intenzione di eliminare la rivale. Vorrei però rassicurare gli amici lettori: l'ex moglie del principe del foro è ancora viva e vegeta, o almeno lo era sotto natale, quando S. mi ha invitato per un tè a casa sua:

S: - Ti faccio assaggiare questo ottimo decotto di zenzero e aglio.
Kat: No no per carità! Che schifo!
S: - Ma è delizioso!
Kat: - Ti ho detto che ne faccio volentieri a meno, ma perché ti infliggi una simile tortura?
S (alternando un sorso di decotto a un morso di biscotto): - No è che dopodomani c'è la cena di famiglia a casa di G., e ci sarà pure la sua ex. E io devo dimagrire. Aglio e zenzero fanno miracoli!

Fossi in te, cara S., ne offrirei una tazza alla rivale. Sia mai che tu riesca nel tuo intento!

















lunedì 10 gennaio 2011

LisBona in pillole

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Non ho intenzione di annoiare nessuno con un romanzo sul mio capodanno portoghese. Ho deciso quindi di farne un sunto, una checklist, un 'célo-manca', se vogliamo. Ecco allora la versione condensata dell'avventura di Kat e la sua amica A. nella capitale della Lusitania:
  
- volo Iberia in ritardo: check
- infante spagnolo svomitazzante sul suddetto volo, ovviamente seduto davanti a noi: check
- tassametro magico che, giunti a destinazione, magicamente fa raddoppiare la tariffa del taxi: check
- orde di turisti italiani che si rivolgevano in spagnolo ai locali (causando in questi ultimi comprensibili moti d'amore e gioia smisurata): check
- scale: check
- 16 gradi di giorno, 15 di sera: check
- sole primaverile: check
- pioggerella leggera e fugace che come se ne viene, così se ne va: check
- scale: check
- giro con il pittoresco tram che sembra fatto di latta e si inerpica su e giù per calli strettissime rischiando di spappolare incauti turisti: check
- mal di tram: check
- test di tutti gli elevadores cittadini: check
- scale: check
- cotoletta impanata con contorno di frutta (per me che non mangio insalata un sogno diventato realtà): check
- vino porto a 4 euro il bicchiere: check
- ginjinha: checkissimo, che scoperta, la vera rivelazione del viaggio! C'è un negozietto che serve solo questo liquore, in bicchierini di plastica, e la gente fa la fila per comprarlo! Ovviamente, ne ho presa una bottiglia.
- musei, chiese, monasteri: check
- torre di Belém: con le sue strettissime scale a chiocciola e gli ingorghi di turisti: check 
- scale: check
- azulejos, le famose piastrelle azzurre: check
- capodanno in piazza con band locale: una specie di Elio e le Storie Tese portoghesi. Dovevano essere assai esilaranti, peccato non aver capito un tubo: check
- i fuochi d'artificio più spettacolari mai visti. Complimenti al comune di Lisbona: un tripudio di scintille provenienti dall'acqua e dagli edifici che circondano la Praça do Comerço: check
- farsi offrire della droga per strada: evidentemente lo spaccio è poca cosa, là :-) . Ma poi io mi chiedo, se volessi acquistare della roba, siamo proprio sicuri che mi fiderei di un tizio dagli occhi a palla e senza denti che mi offre fialette dal contenuto ignoto assicurandomi che è 'very good'? check
- scale: check
- dare un euro a un suonatore di fisarmonica stonatissimo sperando che si sposti: check
- giro in funicolare sopra il quartiere moderno dell'Expo e visita all'Oceanario: check (mi sono innamorata del pesce luna)
- merenda con dolci talmente dolci che poi ti si incollavano le fauci e ti si chiudeva l'esofago: check
- pasteis de nata: check
- scale: check
- sono rammaricata di non aver provato il baccalà e ascoltato il fado, anche se penso che mi sarei depressa (per il fado, eh, non per il baccalà). uncheck.

Tutto sommato un viaggio riuscitissimo. Lisbona è pittoresca, anche se non mi ha folgorata. Tanti contrasti, tipo l'autobus modernissimo con il wi-fi che passa accanto ad un edificio che un tempo dev'esser stato bellissimo, ma che sta cadendo a pezzi. Scorci mozzafiato e angoli molto degradati. Maestoso il fiume Tago che si riversa nell'oceano. Maestoso pure il ponte Vasco da Gama, lungo 17,5 km. Si mangia bene, si beve anche meglio. Insomma, da vedere assolutamente, ma non credo ci vivrei.

Troppe scale, forse?







martedì 4 gennaio 2011

mentre a Vienna c'erano -10°C...

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... io ero qui:








Indovinate un po' dov'ero?
16 gradi costanti. Giorno e notte. Ahhh...
 

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