Innanzitutto, buone feste a tutti, anche se un po' in ritardo.
Per elencarne alcune, alla rinfusa: ho trascorso due memorabili giornate in giro per una Vienna natalizia che pareva Londra (o la Val Padana) in autunno, vista la nebbia. E' avvenuto il consueto scambio dei regali col mio uomo, quest'anno effettuato in anticipo, dato che non lo vedrò per un mese - se ne vola, dopo due anni che non ci andava, oltreoceano da mammà. Il suddetto uomo, che, vista la sua professione, d'ora in poi chiamerò "il Pava", mi ha inoltre fatta entrare, di contrabbando, ad un backstage-afterparty in onore del mitico Placido Domingo. Con cui mi son fatta pure una foto di cui mi vanterò nei secoli a venire. Tiè. A 69 anni è decisamente un uomo molto, molto affascinante.
Il viaggio in Italia è stato alquanto allucinante. Un po' me la sono cercata, perché prendere un treno il 23 dicembre è sempre un azzardo. Specie se il treno in questione (l'unico che io potevo prendere che mi consentisse di arrivare a casa in meno di 7 ore) viaggia in diagonale da Vienna al Tirolo passando per Stiria e Carinzia: ciò significa che l'80% degli studenti e dei lavoratori di queste regioni che vivono a Vienna scende a casa per Natale a bordo di questo treno. E infatti: mezz'ora di ritardo per far salire tutti. Io, che son furba e scafata, avevo il posto prenotato però son rimasta letteralmente incastrata in corridoio per venti minuti, senza poter andare né avanti né indietro: gente in piedi, seduta, distesa, tra bagagli, pacchi e pacchetti. Allucinante. Sembrava quasi il Milano-Lecce (però gli austriaci senza prenotazione non si azzardano nemmeno a posare il proprio deretano su un posto prenotato, preferiscono restare in corridoio anche se il posto risulta non occupato. Non finirò mai di stupirmi).
Dopo il viaggio della speranza (treno + bus), appena messo piede in casa, digiuna ed esausta mi han chiamata per un'emergenza lavorativa. Ottimo, devono aver fiutato la mia presenza in terra natìa.
Sto a risparmiarvi la serie di sfighe accadute alla mia famiglia allargata in questi giorni di festa (dico solo: caldaia morta il giorno 24 dicembre alle ore 17, ovvio, no?) e le varie bagarre che non sono mancate nemmeno quest'anno, e vi lascio con questa amena scenetta familiare registrata durante il pranzo natalizio, mentre eravamo tutti impegnati con il secondo:
Nonna: "Nooo non voglio bere acqua fredda, che ieri avevo mal di pancia"
Mamma: "Ma non è fredda, è a temperatura ambiente!"
Nonna (che ha una nota avversione per l'apparecchio acustico): "Ecco, brava, meglio l'acqua corrente. Che poi ieri non so se è stata la cocacola, o le arance, ma continuavo a dover andare in bagno."
Mamma: "Ehm, ok, ok, abbiamo capito..."
Nonna: "Ma infatti, ma dovevo scappare proprio, cinque, sei volte, dici che son state le arance? Lo sapevo io che le arance non dovevo mangiarle: l'arancia di mattina è oro, di sera è bronzo. Mamma che crampi, ieri!"
Mamma: "BASTA!!!!"
Nonna: "Hai fatto pure la pasta???"
Ah, l'aria di casa.